La Fiera dei Soprastanti

E’ nominata assai questa Città per una nobilissima Fiera, che si suol fare ogn’anno, cominciando dalli 20 di Maggio, fino alli 20 di Luglio; ove concorre moltitudine de’ Mercanti da diverse parti del Mondo, portando ogni sorte di Mercantia. In questi due mesi, da tempo immemorabile in qua (cessando la giurisditione del Governatore e del Podestà) governano la Città, e Territorio, con titolo di Soprastanti della Fiera, cinque Gentil’huomini dell’Ordine e Conseglio de’ Nobili, che si estraono ogn’anno a sorte; li quali hanno facoltà di conoscere e terminar summarie, simpliciter et de plano …, in tutte le cause Civili e criminali ch’occorrono (fra Folignati, fra Folignati e Forastieri e Forastieri) e punire e castigare li delinguenti etiam usque admortem inclusive; e le pene pecuniarie e le confiscationi a loro medesimi applicare…”.

E’ quanto scrive nel 1646 Ludovico Jacobilli nel suo Discorso della Città di Foligno. Ma anche altre testimonianze di storici contribuiscono a rendere l’idea dell’importanza della Fiera di Foligno.

Istituita dai Trinci in occasione delle celebrazioni per la festa dell’Annunciazione (o di S. Maria) che cadeva il 25 marzo (le prime notizie certe risalgono al 1425, anno in cui si protrasse per tre dì devanti alla dicta festa e tre dì dopo essa), la Fiera ebbe nel corso dei secoli una notevole espansione dell’importanza e della durata.
Continue proroghe furono concesse, inizialmente, con provvedimenti straordinari emanati di volta in volta dai Priori del Comune su richiesta concorde dei mercanti.
Più tardi, numerosi Privilegi papali permisero di affrancarla definitivamente dalla festa dell’Annunciazione e dal 1600 di istituzionalizzarne la durata in due mesi, dal 20 maggio al 20 luglio.

Da questo momento verrà indicata come Fiera del Beato Pietro da Foligno, la cui festa cade il 19 luglio.
Una magistratura straordinaria, per tutto il tempo della Fiera, si sostituiva ad ogni altra autorità cittadina, in particolare a quella del Governatore e del Podestà, per regolare e mantenere, anche con l’uso della forza, il buon ordine durante lo svolgimento della manifestazione.
Tale magistratura straordinaria, appunto i Soprastanti (o Presidenti), era costituita esattamente il 18 febbraio da sei cittadini illustri della Fiera, nominati ogni anno, attraverso l’estrazione da un bossolo contenente i nominativi di tutti i consiglieri.

La consuetudine dei Soprastanti ricevette, a partire dalla metà del 1500, il riconoscimento Pontificio a giudicare tutte le cause civili e criminali tanto fra cittadini che fra mercanti e a comminare le pene opportune, inclusa quella capitale.
Il loro compito, tuttavia, non si esauriva in una funzione di ordine pubblico, estendendosi anche ad altre rilevanti competenze, che disciplinavano le modalità di svolgimento della manifestazione e di vendita, prevedendo anche le sanzioni relative.

L’appuntamento della fiera folignate si inserì ben presto nel contesto del più grande sistema fieristico dell’Italia centrale, costituito da manifestazioni (Farfa, Lanciano, Rimini, Senigallia, ecc) susseguentesi secondo un calendario che permetteva ai mercanti di programmare un unico viaggio, costellato da tappe in importanti raduni, al fine di diminuire i costi e i rischi degli spostamenti e con il risultato di assicurare una notevole quantità di scambi e grande varietà e ricchezza di merci.
Le autorità comunali dedicarono sempre particolare attenzione alla Fiera, che rappresentava per la Città occasione di notevole crescita economica e culturale.
Fiera, infatti, significava afflusso di masse di mercanti, che dovevano alloggiare e cibarsi, che recavano mercanzie spesso irreperibili sul mercato interno e nuove correnti di cultura e tecnica mercantile e che, in ogni caso, col semplice svolgimento di date operazioni commerciali, portavano un notevole incremento all’economia cittadina, garantendo anche lo smaltimento delle eccedenze della produzione agricola.

Per tale motivo furono continuamente adottati provvedimenti che favorissero al massimo l’afflusso di mercanti e genti nella città, mediante ogni forma di garanzia personale e di stimolo economico, tra cui l’istituzione della figura dei Sovrastanti, la concessione di privilegi fiscali, la garanzia di ogni protezione e franchigia, l’aumento della vigilanza diurna e notturna in città e nelle strade principali di comunicazione.
La vigilanza quotidiana alle porte e per le vie della Città era esercitata dai fanti, un corpo di vigilanza armata reclutato nel contado e particolarmente temuto per il potere di disporre del fermo e della conduzione dell’imputato di fronte all’autorità giudiziaria dei Soprastanti.

Nel corso del XVIII secolo si assistette ad un progressivo regresso dell’importanza della Fiera, che cominciò a cedere il passo a quella di Senigallia. Questo processo ebbe culmine nei primi anni del XIX secolo, nei quali si verificò un tale impoverimento del volume di affari trattati, che portò, nel 1816, alla mancata riconferma del privilegio della fiera franca.

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La sua prima riapparizione avvenne all’interno di Palazzo Trinci. Era il settembre del 1998.
Quella sera l’austera corte dello splendido Palazzo fu invasa da una folla multicolore, gente eterogenea che passava e si soffermava davanti ai banchi di vendita a guardare le merci esposte e a fare acquisti; oppure ammirava le contorsioni dei giocolieri e le vampe rossastre che il mangiatore di fuoco deglutiva. Fu per poche ore, ma il successo fu tale che rafforzò i fiduciosi, convinse i titubanti e piegò gli scettici.
Nel programma generale delle attività dell’Ente, la presenza della Fiera è ora diventato un appuntamento fisso. Ad essa è stato dato un nome: Fiera dei Soprastanti, operando una sintesi “storico-linguistica”, forse in modo arbitrario, ma gradevole come esito efficace di espressione. E la particolarità sta nel fatto che nella Fiera si paga solo con il Quattrino…

I Presidenti della Fiera della Città di Foligno

Dovendosi celebrare anche in questo anno la

magnifica et antichissima Fiera de’ Soprastanti

nel dì 30 Agosto, libera et franca de ogni datio et

gabella; se fa invito alla S. V. Ill.ma ad intervenirvi

con le proprie merci, con avvertimento che sarà ben

accolta, trattata e difesa in ogni incontro.

La quale Fiera avrà svolgimento in luogo opportuno

nei pressi del Centro Storico, avendo inizio ad ore 17

et fino alle 24.

 In fede. Dato dalla Residenza del Magnifico

Cancelliere della Giostra della Quintana

La Commissione Artistica, in armonia con le altre forze operative dell’Ente e delle altre istituzioni pubbliche e private, ha continuato a definirne meglio la struttura e ad affinarne moduli ed intendimenti.
Infatti la struttura iniziale si è cementata in una massiccia organizzazione che coinvolge tra l’altro, in modo diretto i componenti la Commissione e i dieci Rioni.
Sono stati costruiti i banchi di vendita, secondo la fattura dell’epoca, gli addobbi dei medesimi sono aderenti a quanto è visibile dalle immagini del tempo, la merce in esposizione è rigorosamente controllata, sempre in relazione al passato. In costume di varie fogge, rispettando i ruoli sociali, dietro ai banchi, ci sono espositori, non solo appartenenti al nostro territorio, ma artigiani e commercianti di alta qualità che vengono da varie parti d’Italia.
La struttura ed i moduli organizzativi hanno dato prova di poter funzionare, e alla grande. Ed è ormai acquisito l’intendimento, dapprima sotteso, ora dichiarato e manifesto.
La Fiera il primo anno ha accolto la gente nella corte di palazzo Trinci. Nel secondo anno è stata allestita nel chiostro di San Domenico; poi negli anni successive sono state le strette e storiche strade cittadine nei pressi di via Niccolò Alunno ad essere invase dalla folla numerosa e perfettamente coinvolta in questo gran giuoco.
E ancora il chiostro di San Giacomo, la celebre via Mentana ed il suo prosieguo sono stati i luoghi deputati per ospitare l’evento. Poi è stata scelta come sede per ospitare la manifestazione la zona di via della Scuola di Arti e Mestieri e piazza San Nicolò e visto il luogo particolarmente appagante per la naturale scenografia offerta dagli scorci delle antiche abitazioni, si è deciso di riutilizzare lo stesso ambiente per la Fiera dell’anno successivo.
L’intento della Commissione è quello di far conoscere o rivisitare, ma con altra veste e con altri occhi, i luoghi della città che conosciamo, ma che sono sempre e solo di transito, distratto e frettoloso e la Fiera non poteva che crescere ed avere altre mire.
Dalla quinta edizione è stata introdotta una novità: una moneta “storica”, il quattrino, da cambiare all’interno della Fiera e da usare per gli acquisti.
Per questa occasione è stato allestito il tavolo dell’ufficiale Depositario che, con grande apparato, prende posto, accompagnato dallo scrivano, dalle casse fatte su un modello antico piene di monete, circondato dai soldati e preceduto dai trombetti.
Egli, registrando su “registri” fatti fare appositamente a mano, secondo alcuni modelli esistenti in Archivio, affida ai cambiatori una quantità di danaro; costoro, sempre registrando con la medesima formula, procederanno al cambio al pubblico che avverrà all’interno della Fiera.
Merci eterogenee e punti di ristoro. Nulla di improvvisato.
Non mancano i Soprastanti e le altre forze “storiche” che controllano l’andamento generale.
Non mancano una lunga serie di eventi che allieteranno e sorprenderanno tutti i visitatori.

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La coniazione di una moneta antica per la Fiera dei Soprastanti ha costituito una novità di rilievo, tale che merita una serie di puntualizzazione riguardo gli intenti e le procedure tenute.
Nella coniazione di una serie di monete d’epoca da mettere in uso in occasione della Fiera dei Soprastanti, l’Ente Giostra ha ravvisato un modo significativo per aderire ad una dichiarata volontà storico-rievocativa, alla quale, nel complesso delle sue varie manifestazioni, ci si vuole attenere.

L’intento è quello di aggiungere a quella oggi esistente altre due monete.
Si conseguirà, in tal modo, una scala di valori monetari in multipli, variegata, da un minimo, un mediano ed un massimo. Ciò consentirà maggior vivacità nei cambi e negli acquisti delle merci esposte nella Fiera, per chi voglia accedere al loro uso.
Accanto a questa motivazione “spettacolare” si precisa il carattere di maggior impegno culturale che è la sostanza vera di tale operazione: accostarsi alla vita quotidiana cittadina del periodo storico prescelto, indagando sui documenti manoscritti e a stampa che sono in Archivio, proprio quelli che in particolar modo sono legati alle Fiere, alle merci, al commercio, e quindi al movimento delle monete e al costo della vita.
Al momento non è delimitato un vero e proprio progetto di ricerca ed un piano di lavoro, ma gli intenti sono forti e precisi. Del resto, scoprire la città nel suo passato storico è un dato acquisito pienamente da tutte le forze operative dell’Ente.
L’orientamento cronologico è attestato dalla fonte documentaria alla quale fa riferimento l’Ente Giostra della Quintana; ovvero il testo manoscritto di Ettore Tesorieri, relativo all’anno 1613.
Questa data ha consentito di fare riferimento al governo del Papa Paolo V (Camillo Borghese 1605-1621).
Stabiliti, quindi, i due elementi essenziali e propedeutici, è stato necessario prendere atto delle difficoltà di vario ordine e di varia natura insite in tale operazione, non tanto per reperire le icone delle varie monete coniate dalle diverse zecche durante il Pontificato di Paolo V, quanto per gli altri dati che riguardano ciò che concerne tutti i problemi monetari.
Ben coscienti di fare un’operazione di carattere particolare, ci si è attenuti al rigore delle raffigurazioni, mediante un attento studio dell’icona della moneta prescelta, alla quale, tuttavia, a prescindere da ogni altro dato riscontrabile nel problematico rapporto economico-storicistico, è stato attribuito un valore convenzionale, in rapporto con il nostro attuale costo di vita.

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