Il Rione Croce Bianca

L’arme rionale e le origini della Societas Crucis

Lo storiografo Messer Ludovico Jacobilli, nella sua ricostruzione storica e geografica della città
folignate del 1635, scrisse: “Croce fa fuochi n° 135. […] Ha per lati la Contrastanga da due e la
Badia da due. Fa per Arme questa Compagnia una Croce, sopra un Altare e così denominata da un
Altare con una Croce sopra, che da tempi antichi sino al presente si vede eretto nella Piazza detta
della Croce ad honore delli martirij dell’eculeo, e croce, che ricevè in detto sito S. Feliciano
Vescovo e Protettor di Foligno.

La tradizione vuole che San Feliciano abbia subito il martirio proprio in Piazza della Croce ed è
attraverso la Porta della Croce che il Santo in catene sarebbe stato avviato in catene verso Roma.
L’Arme attuale è, dunque, una croce bianca trifogliata, o Croce di San Maurizio (simile a quello
dell’ordine Militare Ospedaliero di San Maurizio fondato dai Savoia nel XV – XVI secolo),
corrispondente all’antico altare disegnato dal Morichini su cui era sormontato il tabernacolo con la
croce, abbattuto intorno al 1861, che sorgeva davanti all’attuale Chiesa del Suffragio (o Piazza della
Croce).
Nel XVII secolo il Rione Croce si estendeva fin dentro l’attuale Contrastanga, “sino a mezzo Borgo
Vasaro” (l’attuale via Piermarini) comprendendo anche il “Mal Borghetto” (l’attuale via dell’Istituto
Denti), e cingendo i propri confini tra Via Garibaldi (ex “Via di Porta Abbadia”) e l’intersezione
con Via Umberto Primo (ex “Via della Croce”).
Non va dimenticato che la zona dell’antico rione conobbe nel Seicento la più alta concentrazione
cittadina di Monasteri e Conventi: l’attuale via dei Monasteri, prima sede storica della contrada,
deriva la nomenclatura proprio da questo fatto.
Questa è l’origine della contrada che, per molti secoli, si chiamava semplicemente “Rione Croce” e
che solo nel diciannovesimo secolo ha consacrato il proprio nome in Rione Croce Bianca.

Il cuore nevralgico e decisionale delle attività rionali è la Taverna del Fedele, che attualmente è
alloggiata in uno dei più belli dei palazzi gentilizi di Foligno, in Via Butaroni.
Al suo interno durante l’anno fervono i preparativi che culminano rispettivamente durante i quindici
giorni a Giugno ed a Settembre in occasione dell’apertura al pubblico per il periodo quintanaro, nel
quale vengono servite ricette seicentesche, opportunamente adeguate per rispondere ai gusti
moderni, nonché preparate normalmente utilizzando i prodotti tipici dell’Umbria.
Bisogna sottolineare il fatto che tutte le attività rionali che ruotano attorno al movimento
“Quintana” si basano sul volontariato dei popolani, e di conseguenza la taverna è il luogo deputato
ad organizzare, talvolta scientificamente, tutta quella serie di manifestazioni collaterali, come cene,
feste (anche in costume) balli, canti e giochi, predisposte sia dall’Ente Giostra Quintana sia dal
Rione per cementare lo spirito di gruppo dei rionali.
La Taverna del Fedele, tra il pianterreno, anticamente adibito a cantina e ghiacciaia per la
conservazione delle carni del Palazzo (ora di proprietà dell’Opera Pia Bartocci) con il suo pozzo e
gli angusti spazi rinnovati negli anni 70’ del secolo scorso, ed i piani nobili, finemente riscoperti
trent’anni fa nel loro pregevole e talvolta sfarzoso canone pittorico con i soffitti affrescati e i travi
lignei a sorreggerne il peso, rappresenta il quartier generale del Rione Croce Bianca.
Il locale si adorna dei suoi tavoli pronti a fornire vivande ai forestieri, dei propri abiti di barocco
gusto sartoriale, delle sue genti ospitali e dei preziosi “Palii”, unica testimonianza tangibile in
ambito quintanaro delle gesta della “Societas” più vincente e misteriosa di tutta la storia della
Quintana di Foligno.

Il Rione Croce Bianca, oltre ad essere il Rione con maggior numero di successi al Campo de li Giochi, può vantare anche il trionfo nei due appuntamenti storici della Quintana.
Il rione vanta così 23 pali vinti, di cui 22 certificati nell’era moderna, tutti magnificamente conservati all’interno delle sale nobili del Palazzo che ospita il quartier generale biancorosso e la Taverna del Fedele.

Al Rione Croce Bianca viene infatti accreditato anche l’unico palio antico di cui si abbia documentazione dettagliata, quello del 1613, vinto dal cavaliere Bartolomeo Gregori nell’allora Piazza Grande di Foligno in occasione dello Stimolo Generoso di Virtute, e nella prima giostra della Quintana Moderna rievocata nel 1946 ottenuta grazie al cavalier “Fedele” Messer Gian Livio Sorbi.
Alcune delle vittorie più importanti  sono quelle che risalgono al 1956 grazie a Marcello Formica su Piccolo (Decennale dalla prima Giostra moderna), la doppietta di Mauro Mazzocchi su Bolero IV nel 1986 (Quarantennale, e ritorno alla vittoria dopo 26 anni di attesa per il Rione Croce Bianca) e al 1996, in occasione del Cinquantennale, per mano di Messer Gianluca Chicchini in sella a Great Gallery.Le ultime vittorie risalgono agli anni recenti, grazie al plurivittorioso cavaliere Daniele Scarponi, capace di ridestare il popolo biancorosso da un torpore d’attesa durato ben 13 anni nel settembre del 2009, per poi riportare ben cinque allori totali  (2009R, 2010S, 2012S, 2012R, 2014R)  montando quattro differenti cavalli in Via Butaroni negli ultimi sei anni, ovvero fino all’ultima Giostra per ora disputata nel Settembre 2014.
Dopo il biennio 2016 e 2017, con il giovane fantino recanatese Riccardo Raponi, scevro da vittorie biancorosse al Campo de li Giochi, le speranze di tutti i contradaioli sono ora riposte nel folignate Massimo Gubbini, cavaliere ormai esperto, che esordì proprio con il finto nome di “Fedele” nel lontano 2002, tornato dal 2018 a difendere la croce mauriziana ed a far sognare il popolo di Via Butaroni.

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