Il Carnevale Ritrovato
E’ l’ulteriore frontiera della Giostra della Quintana: riprendere e riproporre alla Città, nell’ambito delle manifestazioni collaterali, l’antico modo di accogliere con i tradizionali rituali le “communi allegrezze” del Carnevale, nelle modalità che si possono desumere dalla lettura sistematica della documentazione storica cittadina.
La titolazione della Festa nella sua completezza ha voluto riprodurre la storica concomitanza del Sacro e del Profano, allorché i momenti e gli eventi ludici connessi con le onoranze da tributare al Santo Patrono e quelle da realizzare per il Carnevale si intrecciavano in una serie di giuochi (i Ludi pubblici per il Santo erano concentrati nella seconda parte della giornata del 24 di gennaio e sono lo spettacolo della pacca, corsa al toro, palio rosato, corsa all’anello corsa delle meretrici).
La corsa all’anello era lo spettacolo cavalleresco riservato ai giovani nobili e per genere di spettacolo, con le dovute varianti, è quello più vicino alla corsa alla Quintana, dal bersaglio fisso contro cui si infrangevano le aste.
Dei giuochi per il Santo si mantenne per lungo tempo la tradizionale Corsa al Palio, per buona metà del secolo XIX; la Corsa alla Quintana è vivacissima manifestazione carnevalesca per tutto il Seicento e per il primo ventennio del Settecento.
Forse risulta utile ricordare che la Quintana del 1613, quella di riferimento storico per l’attuale edizione, fu corsa proprio per dar luogo ai festeggiamenti del Carnevale.
Si ricorda che in Città si segnalava l’apertura del Carnevale esponendo in Piazza Grande la statua detta della Quintana a cura di una famiglia nobile che aveva acquisito questo privilegio che mantenne sino al diciannovesimo secolo.
Sempre da documentazione sappiamo che banchetti, balli nei palazzi, carri e mascherate rendevano lieti gli animi dei cittadini e sollecitavano nel contempo le reazioni di coloro che vedevano in queste manifestazioni “gli apparecchi del diavolo” e con appositi riti opponevano al Profano il Sacro, ovvero organizzavano veglie di preghiera e di espiazione.
La presenza del Carnevale risulta documentata fino a tutto il secolo XIX, per entrare gradatamente in una zona di silenzio, mentre la Statua non si espone più dal 1834.
Delle numerose cerimonie per il Patrono perdura la Corsa al palio fino al 1861, sostituita dall’offerta di un “Cero Municipale formato a tre ordini in tutti di 120 Candelotti” e la solenne processione vespertina.
L’Ente Giostra della Quintana, a partire dal 2001 ha dedicato tre giorni per “ritrovare” questa storica occasione festiva, giorni scanditi in appuntamenti ben circostanziati:
• Esposizione della Statua della Quintana;
• Apertura di alcune taverne;
• Festa in un Palazzo nobile;
• Festa in Piazza o nelle vie della città.
La Statua della Quintana, il simulacro ligneo, su di un carro del Seicento, trainato da bianchi buoi apparati splendidamente, percorre le strade cittadine, seguita da un gran corteggio di personaggi in costume.
Nel corteggio sono presenti la Magistratura dell’Ente e la Magistratura della Città, priori e gentiluomini, valletti, trombettieri e tamburini.
E’ presente anche il Cavaliere vincitore della Giostra di settembre, che riceve in dono simbolico la lancia d’oro spezzata, da parte del Primo magistrato di Foligno, il Sindaco.
Si è voluto replicare un antico cerimoniale perché l’offerta della lancia al vincitore ha duplice significato: riconoscere il valore del vincitore ed un augurio a proseguire.
Nelle taverne ha luogo una degustazione di piatti tipici secenteschi ed una serie di momenti rievocativi in costume.
Nel Palazzo nobile, con Dame e Gentiluomini, in abiti sfarzosi, si intrecciano danze e si ascoltano musiche d’epoca eseguite dal vivo, ci si diverte con intrattenimenti tipici di queste occasioni.
In Piazza grande ancora danze, fuochi di artificio, varie festevolezze , fuochi di artificio ed offerta gratuita di dolci e di vino.
Dal 2012 viene riproposta, in occasione del periodo carnevalesco, la gara canora tra i Rioni, il così detto “Cantaquintaniere”, che, tra goliardia ed autentico talento musicale, vede sfidarsi giovani artisti rionali.
Venne proposta per la prima volta nel 1968 e replicata l’anno successivo, poi venne “dimenticata” fino al 2012, quando il Magistrato Lucio Cacace ne propose il ripristino, diventandone il direttore artistico.