Cenni storici

La denominazione di “Quintana” deriva dal nome della quinta via dell’accampamento romano, situata nella romanica Foligno nei dintorni dell’attuale Palazzo Candiotti, peraltro sede odierna dell’Ente autonomo Giostra della Quintana, nella quale aveva luogo l’addestramento dei soldati, i quali, armati di lancia, si lanciavano contro un fantoccio cercando di infilare l’anello sospeso ad una mano dello stesso.
Risalgono quindi ad allora le origini del torneo, sebbene la prima testimonianza folignate documentata dello svolgimento della Quintana come torneo cavalleresco legato ad una festa, risale al 1448.

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A partire da quel momento, molte furono le occasioni per rinnovare la sfida equestre, ma, come già approfonditamente trattato in altre sezioni del sito, fu dallo Stimolo Generoso di Virtute del 1613 che trasse poi effettivamente origine l’idea di riesumare una versione moderna della Giostra della Quintana.


 



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Il suggello dell’Unesco alla Giostra della Quintana quale patrimonio mondiale dell’Umanità potrà basarsi su documenti storici inequivocabili che attestano l’antica tradizione delle giostre e dei tornei in Foligno ben prima della data del 1613, anno a cui fa riferimento la manifestazione odierna.

 E’ la sezione folignate dell’Archivio di Stato a testimoniare questa vocazione della città attraverso i documenti che attestano non solo tali eventi, ma anche altre giostre, giochi e spettacoli goliardici che solevano svolgersi a Foligno: ad esempio lo spettacolo della pacca, il palio rosato, il tiro alla balestra, la corsa delle meretrici, la giostra del bove, la corsa degli asini e quella delle papere….

La maggior parte di tali manifestazioni erano legate alla festività di San Feliciano, in particolar modo nei secoli XV e XVI, ma la Giostra della Quintana, tanto amata dai folignati di tutti i tempi, gradualmente diventò l’attività ludica più importante del Carnevale cittadino. E’ noto come l’edizione del 1946 si sia ispirata ad una giostra svoltasi a Foligno nel 1613 e descritta dal cancelliere comunale Ettore Tesorieri, ma in realtà che tale evento ha fatto parte per secoli della storia di Foligno, fin dal Medioevo.

Le fonti documentarie conservate a palazzo Deli, sede dell’Archivio di Stato, sono la nostra memoria, un pezzo di storia importante della città e avvicinarsi a queste carte, leggerle, aiuta a recuperare le nostre radici, la nostra identità cittadina, è come “ascoltare” la voce degli antenati che farà rivivere l’atmosfera e le emozioni del tempo: le grida della gente in platea magna, gli incitamenti per i cavalli preferiti, il senso civico del priore novello che aveva preferito annullare la giostra, stante la gran penuria et carestia tanto spaventevole, per devolvere il monte premi destinato ai vincitori in pane da distribuire ai bisognosi, la preoccupazione degli amministratori del tempo che, ad evitandas lites, proponevano via via le soluzioni ritenute più appropriate, sempre però preoccupandosi di metter pace et non guerra et perché le cose vadino quietamente, provvedendo cioè affinché tali manifestazioni fossero occasione di comunione e di armonia: insegnamento sempre valido, anche per i “quintanari” di odi; non a caso il bando del 1946 afferma che la concordia e l’amor de la cittade tutta son pur vittoria e bella e grande!

Il documento più antico rinvenuto in Archivio di Stato sul versante degli appuntamenti ludici, in questo caso legato al periodo del Carnevale, è datato 26 dicembre 1419: nello statuto cittadino del Danno Dato si stabilisce che per la festa di sant’Antonio (17 gennaio), in suo onore. il sindaco dell’ospedale del detto santo possit mictere seu ire permictere per la città di Foligno sex porcos[…] masculos signatos marchio et signo campanelle sancti Antonii, come vuole la tradizione (Archivio Priorale, 7, rubrica XLIII: Quod porci sancti Antonii possint ire per civitatem, copia della prima meta del sec. XV, cc. 20v.-21r).

Il secondo documento reca la data del 23 gennaio 1448, in Foligno: “Nicolaus de Viterbio, esecutore camere Fulginei, dichiara di aver ricevuto da Abraam Venture de Perusio e Manuel magistri Gay, a nome di tutti gli ebrei abitanti a Foligno, i 50 fiorini che sono soliti pagare ogni anno pro palio di san Feliciano, patrono di Foligno (Archivio priorale, 28, c. 76r.)

Il terzo documento, in ordine cronologico, risale al gennaio 1448: il cancelliere comunaleBernardus de Albricis da Cuma, in Campania, descrive il cerimoniale da seguire in occasione della festa di san Feliciano. Nella descrizione vengono citati anche i giochi e gli spettacoli che solevano svolgersi in tale circostanza: spettacolo della pacca, corsa del toro, palio rosato che si correva dalle Forche di Bonano fino alle scale della chiesa di San Feliciano, corsa all’anello durante la quale iuvenes frangunt eorum lanceas in Quintana,corsa delle meretrici (Archivio Priorale, 28, cc. 77r.-79v).

 

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