La Giostra del 1946

Nel 1946, volendo celebrare gli 80 anni di vita del sodalizio, la “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno”, decise di far risorgere, tra le antiche tradizioni della Città, quella dell’Autunno Folignate, da svolgersi in occasione della rituale Fiera di Settembre.
Emilio De Pasquale, “assiduo frequentatore della documentazione storica cittadina“, già segretario di Monsignor Faloci, suggerì al segretario Feliciano Cecchini di inserire, tra le manifestazioni celebrative dell’80° anniversario della Società, la riesumazione di un antico torneo cavalleresco di cui gli presentò gli atti storici: la corsa alla Quintana effettuata in Foligno il 10 Febbraio del 1613, in occasione del Carnevale, descritta in ogni particolare dal Cancelliere di quel tempo, Ettore Tesorieri.

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Le motivazioni che indussero le persone facenti parte del sodalizio, tra le quali anche cultori della storia della città, ad aderire con slancio alla proposta non furono dettate solo dal proposito iniziale, né da una chiara coscienza storico-rievocativa, che tuttavia venne sempre meglio delineandosi nel corso del tempo; tutti ne intuirono la dimensione, ma videro soprattutto la possibilità di ritrovare in quell’evento festivo un’occasione di raccordo e di armonia tra tutta la popolazione, nelle mura di una città provata e devastata dagli eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale.
Nella riunione del Consiglio di Amministrazione della Società del 23 Giugno 1946, al punto 3 dell’Ordine del Giorno, venne stabilito che “la Giostra dell’Inquintana” sarebbe stata inserita tra le manifestazioni e si dette incarico al segretario di avviare i contatti con i rappresentanti delle banche ed i cittadini più facoltosi, allo scopo di assicurare adeguata copertura finanziaria.

Il 23 Giugno 1946 è quindi ufficialmente la data di nascita della Giostra della Quintana nell’era moderna.

Nel poco tempo a disposizione, venne creato il primo Comitato Centrale ed il primo Agosto fu dato a mezzo stampa l’annuncio ufficiale della manifestazione, che si sarebbe svolta Domenica 15 Settembre, preceduta dal Corteo Storico del Sabato sera.

Sulla Gazzetta di Foligno del 10 Agosto 1946 apparve questo articolo:

“[…] La benemerita Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno, riunitasi in Comitato speciale, sta preparando eccezionali festeggiamenti per l’”Autunno Folignate”. Questi festeggiamenti culminerebbero con la Giostra della Quintana alla quale parteciperanno cavalieri in costume armati di lancia che galoppando cercheranno di colpire in faccia il caratteristico fantoccio chiamato Quintana. Precederà, alla Giostra interessantissima un folkloristico corteo di valletti rionali con bandiere e trombe. […] Se l’iniziativa, come tutto è dato a sperare, riuscirà, anche Foligno rivivendo del suo glorioso passato, potrà in breve emulare il famoso pallio di Siena e passando sopra a tutti gli elementi che ci hanno disgraziatamente disuniti in questi ultimi anni, ritrovare la via della concordia ed insieme della innocente e storica rievocazione delle simpaticissime competizioni rionali. […] In modo speciale è chiamato a rispondere l’elemento giovanile e studentesco per organizzare i proprio rioni, per indossare i caratteristici costumi per lo storico corteo. Agli esperti cavallerizzi si fa fin d’ora pressante invito di iscriversi per la corrida della Giostra che riuscirà interessantissima dinanzi ad un bellissimo pubblico riversatosi nel campo sportivo. […] Le domande potranno essere indirizzate al “Comitato Festeggiamenti – Autunno Folignate – Piazza Spada” […] Amanti dell’ordine e della concordia, auguriamo ai promotori ogni migliore successo non senza far appello ai folignati di rispondere in pieno alle eventuali richieste di collaborazione che il Comitato potrà rivolgere in questo periodo di preparazione.”

L’organizzazione aveva poco più di un mese per reclutare i Cavalieri ed i figuranti, suddividerli nei dieci Rioni, stilare un programma della manifestazione con un cerimoniale ed un regolamento della corsa, e dare infine inizio a quella che sarebbe diventata una tradizione.

I cavalieri partecipanti alla grande sfida erano autentici cavalieri folignati, e risiedevano tutti nell’ambito del rione che li aveva eletti a difesa dei propri colori, il che costituiva elemento importante agli effetti del calore affettivo e carismatico che l’immagine del cavaliere trasmetteva a tutti i contradaioli, senza distinzione di età.

I primi protagonisti della rievocazione storica della Quintana erano giovani provvisti, quasi tutti, di una cultura ippica teorico – pratica di buon livello in quanto, alcuni reclutati a suo tempo, per il servizio militare di leva in reggimenti di cavalleria, prestavano servizio come ufficiali e sottufficiali presso il I° Reggimento artiglieria ippotrainata di stanza nella nostra città.

Per il Corteo Storico vennero coinvolti i giovani del San Carlo che, entusiasticamente, si prestarono a partecipare come figuranti, mentre il neonato Comitato Centrale lavorava febbrilmente per delineare lo svolgimento della manifestazione.

La sera del 14 settembre alle ore 20:00 tutti i seicento personaggi in costume dell’epoca, in rappresentanza dei rioni, cento cavalli, tamburini, trombettieri, alfieri, valletti, scudieri, nobili e magistrati in sontuosi vestiti, vessilli, stendardi e bandiere a non finire, il “Carro trionfale” paludato dei colori della città tirato da quattro poderosi e mansueti buoi sul quale, oltre al palio di Giostra, appannaggio del vincitore, troneggiavano altere e sorridenti dieci bellissime dame nei loro preziosi costumi che reggevano con orgoglio le lance con cui i rispettivi Cavalieri avrebbero giostrato per l’ambito primato, uscirono dalla corte di Palazzo Trinci e si affacciarono sulla Piazza Grande sfilando tra la meraviglia e gli applausi della folla che faceva ressa sulle transenne, poi la lunga teoria dei figuranti s’incanalò lungo l’antica Via della Fiera, attuale Via del Corso tra due fitte ali di gente osannate che non credeva ancora ai propri occhi…

Questo magnifico sogno si sarebbe ripetuto alle 14:00 di domenica 15 settembre al Campo de li Giochi dove migliaia di spettatori consacrarono l’indimenticabile carosello della “virtute et de l’honore” a perpetuarsi per gli anni a venire nel segno dei ricordi dei nostri antenati..

I Cavalieri scesero in campo, domenica 15 settembre 1946, ricevendo la lancia dalle mani della propria dama, nel seguente ordine:

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Il Palio venne vinto proprio dal nostro Fedele di Croce Bianca, GianLivio Sorbi, in sella a Isabella, sebbene, erroneamente, il cavallo vittorioso in quell’occasione venga riconosciuto in Tecla.
I cavalli utilizzati non erano certamente purosangue, ma onesti quadrupedi che, nel resto dell’anno, svolgevano tutt’altra attività: tra di essi, infatti, c’era anche il “morello” utilizzato per il trasporto delle salme al cimitero.
La pista all’interno del Campo Sportivo era un ovale, da percorrersi in senso antiorario; la statua della Quintana era posta sotto la Tribuna Centrale e i Cavalieri vi arrivavano dall’odierna “curva figuranti” in direzione dell’odierna “curva piscina”.
Contrariamente a quanto avveniva nel Medio Evo, i Cavalieri non dovevano colpire la statua, ma infilare gli anelli, com’è al presente.
Oltre al “prezioso Palio e sorriso di Madonna Illustre” era previsto un premio in denaro per il vincitore, 10.000 lire, che il Fedele GianLivio Sorbi devolvette all’orfanotrofio locale; inoltre, parte del ricavato dell’incasso della Giostra della Quintana fu devoluto in beneficenza all’Asilo Infantile Garibaldi di Foligno (£ 5.000), all’Orfanotrofio Maschile (£ 40.000) ed al Ricovero di Mendicità (£ 10.000).

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Ovviamente non tutto fu fatto e non tutto fu fatto bene, ma la manifestazione riuscì “meravigliosa e superiore ad ogni aspettativa” e, per preparare l’edizione successiva, stavolta c’era un intero anno a disposizione ed un popolo, quello di Croce Bianca, già in festa per la prima storica e conclamata vittoria

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