La statua del Dio Marte
Statua rotante in noce massiccio (del XVII° secolo) raffigurante il dio Marte, il Dio della guerra, che sulla sinistra tiene uno scudo, e che viene posta nell’intersezione delle due diagonali del campo di gara.
Per questo la statua lignea rappresenta il “Belli Simulacrum“, anche se è comunemente detta “Quintana” (dagli abitanti di Foligno “il Quintanone“).
All’estremità del braccio destro disteso è posto un gancio sul quale vengono appesi gli anelli che ciascun cavaliere deve cercare di infilare con il cavallo a galoppo e attraverso una lancia metallica.
Per lungo tempo, dal Sec. XVII, ed in modo diverso, la statua ha sfidato l’abilità del giostranti.
Il Capitolato di Giostra del 1613 prescriveva che essa dovesse essere colpita al volto, con punteggi diversi (ecco perché il nome antico di “Giostra alla Quintana”).
In seguito, a salvaguardia della sua incolumità, si prescrisse che si doveva colpire la rotella di diverso colore posta al centro dello scudo che il braccio sinistro sostiene.
Secondo la moderna edizione della Giostra, diversamente, è agli anelli, di diametro diverso di tornata in tornata, che si deve far riferimento: essi sono apposti nel sostegno agganciato sotto la mano destra, e debbono essere infilati dalla lancia che il cavaliere regge, mentre si lancia al galoppo passandole davanti.
Per lungo tempo la statua a Foligno significò la Giostra e il tempo di Carnevale.
Nel corso del sec. XVIII la statua non fu più esposta, venendo però ripresa di recente nel quadro del rinnovamento del cerimoniale frutto di approfonditi studi della Commissione Storica Artistica.
I propositori della Giostra moderna, nel 1946, la ritrovarono intatta presso la famiglia Gregori che, sin dai tempi più remoti, aveva diritto ad averla in custodia.
Da quando fu distrutto il Palazzo della famiglia Gregori, l’erede ha affidato all’Ente Giostra della Quintana la cura della statua, per la quale il Comune dl Foligno deve annualmente pagare un censo (di L. 570) all’erede della famiglia.
Attualmente, la statua lignea che si ammira al “Campo de li Giochi” all’incrociarsi delle diagonali. è una rinnovata copia in resina dell’originale che ha, invece, normale dimora nella sede del Ente Giostra Quintana di Palazzo Candiotti.
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